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Lega Nord.

Partito politico italiano. Nacque ufficialmente nel febbraio 1991, durante il primo Congresso federale tenutosi a Pieve Emanuele (Milano), dall'unione di Lega Lombarda (V.), Liga Veneta, Piemont Autonomista, Uniun Ligure, Lega Emiliano-Romagnola, Alleanza Toscana e altre leghe regionali di Trentino Alto-Adige, Friuli-Venezia Giulia, Valle d'Aosta, Umbria e Marche. Umberto Bossi fu eletto segretario federale. Il programma politico della L.N. prese le mosse da una critica al sistema partitocratico "romano-centrico", considerato responsabile dei problemi del Paese, e si venne progressivamente delineando con la proposta della creazione di una confederazione italiana formata da tre Repubbliche: del Nord, del Centro, del Sud. Nell'intento dei promotori, queste aree, riconosciute come unità profondamente differenti fra loro dal punto di vista economico-sociale, avrebbero dovuto essere dotate di strumenti legislativi tali da creare condizioni di autosufficienza e autogoverno. Raccogliendo i consensi di un'ampia fetta di elettorato, deluso dalla corruzione della classe politica emersa in particolare con l'operazione "mani pulite", alle consultazioni politiche dell'aprile 1992 la L.N. conquistò l'8,6% alla Camera e l'8,2% al Senato e risultò, alle elezioni amministrative del giugno e del novembre 1993, il primo partito del Nord Italia. In occasione delle consultazioni politiche del marzo 1994, la L.N. si presentò nella formazione di centro-destra del Polo delle Libertà (insieme a Forza Italia, AN e CCD), ottenendo l'8,4% alla Camera. Entrata a far parte del primo Governo Berlusconi (maggio - dicembre 1994), decise in seguito di ritirarsi dalla coalizione, non condividendo la linea politica espressa dall'Esecutivo in materia di federalismo. Tolto il sostegno al Gabinetto Berlusconi (costretto alle dimissioni), il partito di Bossi garantì l'appoggio esterno al Governo tecnico guidato da Lamberto Dini. Alle elezioni politiche dell'aprile 1996 la formazione si presentò autonomamente, conquistando il 10,1% dei voti a livello nazionale (con punte del 30% in Veneto e del 25% in Lombardia), 59 seggi alla Camera e 27 seggi al Senato. Forte del consenso elettorale, il 15 settembre 1996 la L.N., radicalizzando la propria politica, annunciò di voler perseguire il progetto della secessione delle regioni dell'Italia settentrionale e organizzò una manifestazione lungo il fiume Po il cui culmine si tenne a Venezia, dove Bossi proclamò provocatoriamente l'indipendenza della Padania. Vennero create quindi le "camicie verdi" e un Governo padano. Ma dato il calo di consensi, il programma secessionista subì una battuta d'arresto e dal 2000 la L.N. modificò la linea politica di fondo in favore di un federalismo più morbido, rinsaldando di nuovo i rapporti con il Polo delle Libertà. Si presentò alle elezioni politiche del 2001 a sostegno della neonata Casa delle Libertà (insieme a FI, AN, CCD, CDU, Nuovo PSI e PRI), facendo registrare un forte decremento di voti rispetto al passato (3,9% dei consensi alla Camera), ma riuscendo comunque a entrare nel Governo Berlusconi con tre ministri. La L.N. lavorò per la realizzazione delle riforme costituzionali, in particolare di quella federalista chiamata "devolution", che valorizza il ruolo delle autonomie regionali, attraverso l'attribuzione di competenze esclusive relative alla sanità, alla scuola e alla sicurezza pubblica. Nonostante l'allontanamento dal partito, per circa un anno, del "Senatùr" Bossi, colpito da un ictus nel marzo 2004, nelle elezioni europee del 2004 e nelle elezioni regionali del 2005 la L.N. recuperò parte dei consensi persi in precedenza, ricevendo rispettivamente il 5,1% e il 5,6% dei suffragi a livello nazionale. In vista delle elezioni politiche dell'aprile 2006, la L.N., per la prima volta, si aprì al Sud Italia, stipulando un accordo con il Movimento per l'Autonomia guidato da Raffaele Lombardo, eurodeputato eletto nelle file dell'UDC. Alle consultazioni ottenne il 4,58% dei voti sia alla Camera sia al Senato. Alle politiche del 2008 la L.N. si presentò in coalizione con Il Popolo della Libertà e il Movimento per l'Autonomia; ottenne un risultato di rilievo, partecipando in maniera decisiva alla vittoria del centro-destra e conquistando l'8,3% alla Camera e l'8% al Senato, in netto rialzo rispetto alle precedenti votazioni. Anche le elezioni europee del giugno 2009 videro la L.N. in crescita con 9 seggi conquistati a Strasburgo, 5 in più rispetto alle europee del 2004. Sul piano nazionale la L.N. ottenne il 10%, con punte del 28,3% in Veneto e fu il partito più votato nelle province di Belluno, Treviso, Verona e Vicenza. Alle provinciali tenutesi nello stesso mese, la L.N. contribuì notevolmente alla sostanziale vittoria del centro-destra, confermando il trend di crescita dei consensi.
Umberto Bossi